Oltre la vita felice
La trama dell’opera è incentrata sulla vita di una professionista in carriera, che vive e lavora a Cape Town. La sua esistenza, totalmente focalizzata sull’attività professionale, viene spezzata dalla morte accidentale del figlio, un bimbo di undici anni. Dopo questo accaduto, Maia, la protagonista, decide di lasciare la città in cui vive e il proprio lavoro, e si trasferisce per un lungo periodo in una fattoria del Great Karoo.
La trama dell’opera è incentrata sulla vita di una professionista in carriera, che vive e lavora a Cape Town. La sua esistenza, totalmente focalizzata sull’attività professionale, viene spezzata dalla morte accidentale del figlio, un bimbo di undici anni. Dopo questo accaduto, Maia, la protagonista, decide di lasciare la città in cui vive e il proprio lavoro, e si trasferisce per un lungo periodo in una fattoria del Great Karoo, un’area centrale del Sudafrica. Da questa scelta nascono una serie di incontri in itinere ed inizia il percorso del viaggio interiore di Maia. I luoghi descritti (Cape Town, il Great Karoo, il Kgalagadi, il Kalahari,il Botswana, la Namibia, il Namaqualand) sono realtà fisiche e cronologiche che caratterizzano i vari stati d’animo della protagonista. È descritto, attraverso la voce ed il comportamento dei personaggi, un Sudafrica in equilibrio tra l’Apartheid e la fase di rinascita e di democrazia, ed il paesaggio diventa a sua volta un co-protagonista attraverso il quale Maia si rapporta e si confronta, un confine che la spinge ad andare oltre. Vengono rappresentate tutte le fasi del viaggio interiore di questa donna, un percorso che avviene in sincronia con i ritmi naturali dei luoghi in cui Maia si trova. Il viaggio geografico ed il suo corrispettivo interiore sono esperienze che portano la protagonista a rivedere completamente il sistema di valori che, da anni, era stato eletto a paradigma della sua sistema di valori che, da anni, era stato eletto a paradigma della sua vita e che, solo ora, lei pone in discussione. Durante il cammino si attua il passaggio da una comunicazione convenzionale, verbale, alla riscoperta del silenzio, dei suoni, della musica, dell’espressione tradizionale delle popolazioni locali; il gesto, lo sguardo, il canto, il contatto visivo divengono un nuovo modo di sentire e di comunicare.